La società civile irlandese chiede il boicottaggio di Israele


La lettera seguente è stata pubblicata in un’inserzione a tutta pagina sul numero del 31 Gennaio 2009 di The Irish Times (http://www.indybay.org/newsitems/2009/02/04/18568085.php ):

Il bombardamento di Gaza da parte di Israele ha ucciso oltre 1.300 palestinesi, dei quali un terzo era costituito da bambini. In migliaia sono rimasti feriti. Molte vittime si erano rifugiate in strutture chiaramente contrassegnate dalle insegne delle Nazioni Unite.

Questo attacco è arrivato sulla scia di anni di blocco economico da parte di Israele. Questo blocco, che è illegale in base al diritto internazionale umanitario, ha distrutto l’economia di Gaza e ha condannato la sua popolazione alla povertà. Secondo un rapporto della Banca Mondiale del Settembre scorso, “il 98% delle attività industriali di Gaza sono ferme”.

L’ultimo attacco contro Gaza rappresenta solo l’ultima fase dell’oppressione del popolo palestinese da parte di Israele e dell’approprazione della sua terra.

Israele non ha mai dichiarato i suoi confini. Al contrario, li ha continuamente allargati a spese dei palestinesi. Nel 1948, si impadronì del 78% della Palestina, un’area molto più grande di quella che era stata proposta nel 1947 per uno stato ebraico dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In spregio del diritto internazionale, Israele espulse oltre 750.000 palestinesi dalle loro case. Questi profughi e i loro discendenti, che oggi ammontano ad alcuni milioni, sono ancora sparsi in tutta la regione. Questo diritto [al ritorno] è stato sottolineato molte volte dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a partire dalla Risoluzione n°194 del 1948.