Faurisson: possibilità teorica di abrogare la Fabius-Gayssot

POSSIBILITÀ TEORICA DI ABROGARE, IN FRANCIA, LA LEGGE ANTIREVISIONISTA DEL 1990

Di Robert Faurisson[1]

Nel momento in cui il governo francese fa pressione su tutti i paesi dell’Unione Europea che ne sono ancora privi affinché si dotino di una legge antirevisionista, un lungo articolo del “Monde” ci ricorda che a partire dal 1 Marzo 2010 il Consiglio costituzionale potrà d’ora in avanti venire direttamente adito da [tutti] i giudicabili. Questi ultimi avranno la possibilità di contestare direttamente le leggi che, in passato, non venivano sottoposte al detto Consiglio - oggi presieduto da Jean-Louis Debré e dove siedono, ad esempio, Valéry Giscard d’Estaing e Jacques Chirac (Jean-Baptiste de Montvalon, “Big bang chez les Sages”, “Le Monde”, 23 Febbraio 2010, p. 14)[2].

In Francia, questa legge è stata adottata in seguito a qualche decisione giudiziaria che riconosceva la qualità di certe opere revisioniste. Per esempio, Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers e Simone Veil non avevano potuto nascondere la loro agitazione davanti alla sentenza emessa il 26 Aprile 1983 dalla prima camera civile, sezione A (presidente Grégoire), in merito all’affare Faurisson. Essa asseriva che a causa della serietà delle ricerche del professore (nessuna traccia di trascuratezza, né di leggerezza, né d’ignoranza deliberata o di menzogna) chiunque doveva avere il diritto di dire che le camere a gas naziste non sono esistite.

Destinata nello stesso tempo a imbavagliare i revisionisti e a controllare i giudici, la legge Fabius-Gayssot è stata modellata su una legge israeliana del 16 Luglio 1986. I suoi promotori sono stati Pierre Vidal-Naquet (che in seguito simulerà di essere contro questa legge e che, verso la fine della sua vita, farà personalmente appello ad essa), il rabbino capo René Samuel Sirat e, soprattutto, Laurent Fabius. Verrà definitivamente adottata, a maggioranza, il 13 Luglio 1990. A partire dal mese di Maggio 1990, l’affare del cimitero ebraico di Carpentras aveva provocato una delle isterie collettive più spettacolari del ceto giornalistico e politico-religioso. A Notre Dame si era arrivati a far suonare le campane a stormo. All’epoca, sarebbero stati sufficienti 60 deputati e senatori per adire - su questa nuova legge – il Consiglio costituzionale ma la paura di sembrare antiebraici aveva paralizzato i volenterosi. Bisogna essere stati testimoni di questa isteria per capire il terrore dei nostri deputati e senatori.

A riguardo di questa legge, che chiama “legge Gayssot” e che, erroneamente, reca la data del 13 “Gennaio” 1990, J.-B. de Montvalon scrive: “Il principio della libertà di espressione darà ragione a tutti quelli - revisionisti e militanti di estrema destra compresi - che chiedono da lunga data la sua abrogazione? […] Essa ha fatto parte di quelle leggi che, a causa del consenso politico al momento della loro adozione, sono sfuggite a ogni controllo di costituzionalità […]. Secondo Dominique Rousseau, professore di diritto costituzionale all’università di Montpellier-1, si tratta – né più né meno – di un “big bang giurisdizionale”, di una “bomba a scoppio ritardato”[…] Questo grande scompiglio annunciato è innanzitutto un’avanzata formidabile delle libertà dei cittadini”, come sottolinea l’avvocato Castelain. I giudicabili potranno d’ora in poi avvalersi dei “diritti e delle libertà che la Costituzione garantisce”. I loro avvocati potranno trarre argomento dai principi annunciati nella Legge fondamentale, come pure nei testi – tra cui la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino – ai quali rinvia il suo preambolo[…]”.

In Canada, l’ipocrita legge antirazzista che permetteva di gettare i revisionisti in prigione potrebbe essere abrogata. In Ungheria, una legge antirevisionista è stata appena adottata.

Robert Faurisson, 23 Febbraio 2010, 16:30.
[1] Traduzione di Andrea Carancini
[2] http://www.lemonde.fr/politique/article/2010/02/22/big-bang-chez-les-sages_1309651_823448.html