Carlo Mattogno si propone come consulente del CDEC

L’ “Osservatorio” che non osserva

«La Relazione quadriennale sull'antisemitismo in Italia a cura dell' “Osservatorio sul pregiudizio antiebraico” della Fondazione CDEC» intitolata  «Alcune considerazione sull’antisemitismo  2007-2010»[1] dimostra, come ho già dichiarato altrove e qui ripeto, la totale incapacità del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano di opporsi in qualche modo al revisionismo sul piano storiografico. La “relazione”, per la sua superficialità e la sua insulsaggine, è indegna persino di un gruppo di studio di Scuola Media Inferiore, e ancora più indegna se si considerano i copiosi contributi statali che il CDEC riceve per legge (n. 155 del 15 ottobre 2009):

«A decorrere dall'anno 2009, è concesso un contributo pari a 300.000  euro annui in favore della Fondazione Centro di documentazione ebraica  contemporanea – CDEC –organizzazione non lucrativa di utilità  sociale, con sede in Milano, allo scopo di sostenere l'azione di  perseguimento dei fini istituzionali della medesima Fondazione»[2].
Ecco infatti il paragrafo relativo al “negazionismo”:
«Il negazionismo in Italia è simile nei temi a quello diffuso negli altri paesi europei, e si muove principalmente su due linee: il tentativo di smontare le prove sulla funzione omicida delle camere a gas nei campi di sterminio, e quello di diffondere sospetto e sfiducia sugli studi che hanno portato a determinare l’effettivo numero dei morti nei campi di concentramento. Le tematiche negazioniste vengono divulgate principalmente attraverso internet, e continuano ad essere un tema centrale negli ambienti della destra radicale, di alcune frange dell’integrismo cattolico e di alcuni noti docenti universitari. Ed è proprio in quest'ambito che, negli ultimi anni, il negazionismo italiano s'è espresso con maggiore forza e capillarità.
A maggio del 2007 il professor Claudio Moffa ha inviato il negazionista francese Robert Faurisson a tenere una lezione all'interno del suo master universitario presso l'università di Teramo. Sempre Moffa, il 25 settembre del 2010, nel corso della sua ultima lezione del master “Enrico Mattei in Vicino e Medio Oriente”, di cui è coordinatore, ha tenuto una contestatissima lezione dal titolo “Il tema-tabù del mondo accademico, la questione della Shoah, della difesa del suo dogma da parte della Inquisizione del III millennio”. Moffa ha spesso invitato come conferenzieri al suo master universitario i principali esponenti della 'pensée' negazionista internazionale.
Ad ottobre del 2009, Antonio Caracciolo, ricercatore di filosofia del diritto presso l'università La Sapienza di Roma, è stato al centro dell'interesse dei principali giornali italiani poiché dalle pagine di uno dei suoi blog ha ripetutamente espresso sostegno alle teorie negazioniste».
E il “negazionista” Carlo Mattogno? L’unica  menzione appare nel paragrafo “Siti internet”, dove si parla dei siti «negazionisti” (Andrea Carancini, Auschwitz I Indagini sulla truffa olocaustica, Civium Libertas, La destra.info, OLODOGMA, Studi di Carlo Mattogno, 21 e 33 Libertà di espressione, di insegnamento e di ricerca, AAARGH, CODOH)».
Collocazione quantomeno curiosa.
Su “Libri e case editrici” i nostri acuti osservatori rilevano:
«Effepi edizioni è una piccola casa editrice genovese dell'editore Francesco Pitzus. Il catalogo della Effepi è composto – quasi esclusivamente – da testi antisemiti, negazionisti e nazisti. Tra tutte le case editrici di settore, Effepi è quella che – ogni anno – pubblica il maggior numero di volumi, ma è anche la meno accurata nelle traduzioni, nella scelta dei testi e nella cura dei testi.
Tuttavia, nel 2009 con I complici di Dio. Genesi del mondialismo e nel 2010 Dietro la bandiera rossa. Il comunismo creatura ebraica ha editato due enormi volumi rilegati (il primo addirittura diviso in quattro tomi) di circa 1300 pagine ognuno, a firma Gianantonio Valli».
E i miei libri? Dal 2007 al 2010 L’Editore Effepi ne ha pubblicati sette, quattro opuscoli e tre libri:
– Un nuovo libro olocaustico su Belzec e la sua fonte. Considerazioni storico-critiche. 2007.
La deportazione degli Ebrei ungheresi nel maggio-luglio 1944. 2007.
 “Azione Reinhard” e “Azione 1005”. 2008.
  Il dottor Mengele e i gemelli di Auschwitz. 2008.
Le camere a gas di Auschwitz. Studio storico-tecnico sugli “indizi criminali” di Jean-Claude Pressac e sulla “convergenza di prove” di Robert Jan van Pelt. 2009. (715 pagine, 51 documenti).
Il campo di Chełmno tra storia e propaganda. 2009. (228 pp., 27 documenti).
Auschwitz: assistenza sanitaria, “selezione” e “Sonderbehandlung” dei detenuti immatricolati. 2010 (333 pagine, 60 documenti).
Questa omissione ammette solo due spiegazioni: o i sagaci osservatori del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea non ritengono questi libri “negazionistici”, ipotesi a dir poco improbabile, oppure li temono a tal punto da non osare neppure nominarli.
Che cosa infatti potrebbe controbattere cotanto consesso di luminari? Pienamente consapevoli della loro impotenza sul piano storico, documentario e soprattutto critico, non possono far altro che tacere. Magari cercando di affibbiare la patata bollente alla giustizia.
Considerata la sua palese inettitudine, mi propongo come consulente del CDEC per il “negazionismo”: in cambio della centesima parte di ciò che percepisce dallo Stato, sono pronto a fornire una rapporto cento volte più lungo (e più accurato) del suo. Almeno questa Fondazione «di utilità sociale» eviterebbe di fare figure grame come questa.

                                                                                                                            Carlo Mattogno.           


4.2.2011.



[2] Cazzetta Ufficiale del 6.11.2009; in rete: