20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino: il terzo livello esiste, eccome!

A quasi 20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, che cosa è cambiato da allora? Intendo, cosa è cambiato nella nostra conoscenza del rapporto mafia-politica? A mio avviso, è cambiato il fatto che l’esistenza del cosiddetto “terzo livello” – che Umberto Santino, del Centro Impastato, definisce come «supercupola, formata da uomini politici, finanzieri, esponenti della massoneria, uomini dei servizi segreti ecc., che sarebbe sovrapposta alla commissione o cupola mafiosa, cioè l’organo direttivo a livello provinciale di Cosa Nostra, organizzazione unitaria, piramidale e verticistica»[1]è emersa in maniera clamorosa, anche se ovviamente i grandi media non ne parlano. Da questo punto di vista, la polemica rovente che più di vent’anni fa oppose Leoluca Orlando a Falcone dà veramente la misura del tempo trascorso e sembra appartenere, più che alla storia, all’archeologia.

La "misteriosa" sparizione della valigia di Borsellino
Scrive Santino: «l’esistenza del terzo livello era sostenuta da quanti ritenevano che il rapporto mafia-politica fosse organico e pensavano che esso si materializzasse in un’entità sovraordinata all’organizzazione criminale; è stata negata da quanti ritenevano che il rapporto mafia-politica non andasse al di là dei collegamenti episodici fra qualche boss e qualche politico e consideravano la mafia come un’organizzazione criminale chiusa in sé stessa». Bene, giusto, all’epoca entrambe le posizioni erano legittime: ora non più. Ora davvero la presa d’atto del terzo livello è diventato il discrimine tra il giornalismo serio e quello farlocco. Per capirlo, confronta da un lato, l’articolo dell’ottima Rita Pennarola[2] LA CAMORRA COME AL QAEDA?[3] e, dall’altro, il tipico approccio di regime[4] del pezzo QUEL “GRADINO” VERSO IL TERZO LIVELLO, pubblicato dal Foglio di Cicciobombo Ferrara.  

Ricorda ancora Santino: «Falcone ribadiva la sua convinzione: “…al di sopra dei vertici organizzativi non esistono “terzi livelli” di alcun genere”» ma «richiamava la criminalità dei colletti bianchi, le connivenze e le collusioni di rappresentanti delle pubbliche istituzioni, la convergenza d’interessi di vari soggetti col potere mafioso». Sì, d’accordo, ma quando questi soggetti sono, ad esempio, l’IRI, l’ENI, la FIAT e la Presidenza del Consiglio, come la mettiamo? A seguire, sul terzo livello, presento tre video emblematici, che circolano già da tempo su Youtube ma che non sono mai stati riuniti in un’unica sequenza.

Il terzo livello e l’Alta Velocità:

(Ferdinando Imposimato[5]: «La mafia e la camorra non hanno fatto una lotta per ricevere gli appalti ma un accordo con lo Stato: perché l’IRI cos’è? È lo Stato»)



Il terzo livello e la ‘monnezza’ napoletana:

(Walter Ganapini[6]: «Certamente quell’oggetto [la monnezza] è un mistero della Repubblica…perché Prodi si sia assunto le responsabilità che si è assunto ancora non è chiaro…»)



Il terzo livello e la centrale nucleare di Caorso:

(Gianni Lannes[7]: «Per caso, avete appaltato lo smantellamento, o una parte dello smantellamento, della più importante centrale nucleare italiana a una società della ‘ndrangheta?»)



In conclusione, all’elogio capzioso di Falcone fatto dal Foglio[8] -- “non considerava tutta la politica come nemica” – si può, si deve rispondere che ora, più che mai, il pesce puzza dalla testa.


[1] http://www.centroimpastato.it/publ/online/politica_mafia.php3
[2] Reporter di quel La Voce delle Voci che oggi rappresenta forse il miglior giornale d’inchiesta in Italia.
[3] http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=369
[4] http://www.ilfoglio.it/soloqui/5588
[5] http://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Imposimato . Doverosa, per chi voglia approfondire la vicenda narrata nel video, la lettura del libro di Imposimato Corruzione ad Alta Velocità: http://www.ibs.it/code/9788887509038/imposimato-ferdinando/corruzione-alta-velocita.html
[6] http://nunzia1978.wordpress.com/2011/03/09/il-no-degli-007-su-parco-saurino/

[7] http://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Lannes
[8] Vedi nota 4. E' evidente che all'epoca di Falcone certe commistioni non erano ancora emerse in tutta la loro compiutezza, men che meno in sede giudiziaria. Da questo punto di vista, la sentenza del 2003 che stabilì la compromissione, pur penalmente prescritta, di Andreotti con Cosa Nostra, costituisce uno spartiacque (vedi il paragrafo "rapporti con la mafia" della relativa voce Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Andreotti).