Qualcuno si ricorda di The Great Holocaust Trial?

QUALCUNO SI RICORDA DI THE GREAT HOLOCAUST TRIAL [IL GRANDE PROCESSO DELL’OLOCAUSTO]?

Di Michael Hoffman, 26 aprile 2011[1]

Verso la fine dell’anno scorso ci siamo procurati i fondi per ristampare “THE GREAT HOLOCAUST TRIAL”, un libro che era stato, 25 anni fa, un bestseller dell’Institute for Historical Review. Nel corso degli anni, molte persone avevano avvicinato il sottoscritto per dire che erano diventate revisioniste per averlo letto.

Questo libro è il solo resoconto cartaceo del primo dei due processi di Toronto contro l’editore tedesco-canadese Ernst Zundel. Alcuni considerano il secondo processo, del 1988, come quello davvero importante perché fu lì che venne presentato al mondo per la prima volta il Rapporto Leuchter.

A mio parere, entrambi i processi furono di enorme importanza; il primo, nel 1985, non fu da meno, per la ragione che esso rappresentò una delle prime volte nella storia in cui i cosiddetti “Sopravvissuti dell’Olocausto” vennero contro-interrogati da un combattivo avvocato (il barrister Douglas Christie) della parte avversa.

Di conseguenza, tutti gli “infallibili testimoni delle gasazioni”, inclusa una delle superstar del Regno dei Sopravvissuti e dei Testimoni, Rudolf Vrba, l’autore di I Cannot Forgive [Non posso perdonare] si dimostrarono davvero molto fallibili.

Testimoniò anche il più importante studioso dell’”Olocausto” dell’epoca: Raul Hilberg, autore del monumentale tomo The Destruction of the European Jews [La distruzione degli ebrei europei] (Hilberg diventò poi il mentore di Norman Finkelstein; Finkelstein ha solo elogi per Hilberg, nonostante l’assistenza di Hilberg al pubblico ministero in un caso vòlto a mandare in prigione l’editore di un libro).

Hilberg venne demolito dal contro-interrogatorio di Christie, che si avvaleva della consulenza dello storico revisionista francese Robert Faurisson, membro del collegio difensivo. Si trattò in realtà di una discussione tra due accademici, con Christie nelle vesti del portavoce, polemicamente agguerrito, di Faurisson.

Perciò, con il Grande Processo dell’Olocausto del 1985, abbiamo due straordinarie pietre miliari: il crollo delle presunte testimonianze “oculari” delle camere a gas omicide di Auschwitz, e la sconfitta del più importante storico dell’”Olocausto” del mondo.

Il libro è rimasto esaurito per quindici anni. Un’intera generazione di nuovi adepti del revisionismo non lo hanno mai letto. Non ci potevamo permettere di stampare una grande tiratura. Siamo ricorsi alla prassi parsimoniosa della stampa su richiesta e abbiamo pubblicato diverse centinaia di copie. Abbiamo donato quelle che ci potevamo permettere – poche dozzine – a recensori e ad importanti revisionisti, per stimolare pubblicità, recensioni e distribuzione.

Finora, il libro ha raccolto polvere. Abbiamo venduto forse 90 copie. L’indifferenza è incredibile. Sapevo che il revisionismo era in gravi difficoltà dopo il crollo dell’Institute for Historical Review (IHR) ma non avevo idea che ci fosse questa rovina di paralisi e indifferenza.

Tutti i revisionisti importanti contattati, o non hanno avuto nulla da dire o lo hanno menzionato nel modo più sbrigativo possibile. Qualcuno ha adempiuto il suo “dovere” alludendo brevemente alla riflessione di Faurisson sul destino di Fred Leuchter, che si è rinfrescato la memoria dopo aver letto la nuova introduzione al libro del sottoscritto; e questo è quanto.

La grande novità del revisionismo è la pubblicazione di The Gas Chamber of Sherlock Holmes [La camera a gas di Sherlock Holmes] di Samuel Crowell, da noi menzionata su questo blog (acquistatelo qui: http://ninebandbooks.com/?p=312 ).

In realtà, non abbiamo fornito solo le informazioni per l’acquisto, abbiamo anche attratto l’attenzione su un’intervista, lunga e molto interessante, a Crowell[2] che i finanziatori del libro non ci avevano chiesto di promuovere.

Il libro di Crowell è un contributo importante. Spero che la generazione dei revisionisti coinvolti negli ultimi dieci o quindici anni lo studieranno, e spero che faranno lo stesso con The Great Holocaust Trial.

Non abbiamo fatto un investimento di ego – e l’investimento finanziario è stato modesto – su The Great Holocaust Trial. Fu un bestseller dell’IHR negli anni ’80 e venne promosso in modo impegnativo in tutto il mondo. Chiunque lo promuova ora è pregato di omettere il mio nome da tutte le recensioni o pubblicità.

Ci sarebbe piaciuto di pubblicarlo ad un prezzo più basso di 19.95 dollari (più spese di spedizione). Ma a tale scopo avremmo dovuto pubblicarne almeno 1.000 copie. Con tale quantità, l’economia di scala crea un costo di produzione più basso; ma il capitale di rischio non c’era. Abbiamo salvato i nostri “quattro soldi” e abbiamo contattato un editore di libri su richiesta. Quando stampate quattrocento libri invece di mille, pagate molto di più e quei costi, purtroppo, aumentano il prezzo del libro.

Così, questo non è un modo per diventare ricchi o un comportamento egocentrico. Non sono nemmeno sicuro del perché devo dire così tante cose, a parte il fatto che non riesco a capire come il solo resoconto revisionista del processo – di importanza mondiale – di Zundel del 1985 debba finire nel dimenticatoio. È inconcepibile.

C’è stato qualche ragazzo, che non sapeva che razza di dinamite rappresenti questo libro, che ha chiesto il motivo per cui non poteva comprarlo in qualche negozio in rete. Perdono la vostra ingenuità. Ernst Zundel è stato incarcerato per sette anni in sei diverse prigioni di tre diversi continenti, rilasciato in Germania solo un anno fa in base a una draconiana sentenza bavaglio che fa tacere una delle voci più eloquenti in difesa del popolo tedesco.

Se scartiamo gli alibi dei governi canadese e tedesco, scopriamo che Zundel è stato incarcerato tutti questi anni perché ha inferto un colpo così enorme alla storia delle gasazioni che la compagnia del “mai perdonare, mai dimenticare” cercava vendetta. E l’ha ottenuta.

Inoltre, non posso mettere piede nella nativa Germania dei miei antenati perché verrei incarcerato nel giro di ore o di giorni per il “crimine” di aver scritto The Great Holocaust Trial.

Se venisse venduto in rete, il negozio verrebbe fatto chiudere per direttissima (tranne Amazon, che è troppo grande per essere fatto chiudere, vedi sotto).

La vendetta dei nemici della verità si raddoppierà o triplicherà, con i suoi inasprimenti, se noi permettiamo che la lotta di Zundel venga dimenticata; una parte di tale lotta eroica è scritta in The Great Holocaust Trial.

Sono uno scrittore. Non sono un impresario, un pierre o il direttore di un circo a tre anelli. Certe volte vorrei esserlo, perché quel genere di clamore e di energia può fare la differenza tra la circolazione e l’oblio. Per divulgare, distribuire e seguire dietro le quinte qualcosa per cui ne vale la pena, mi affido ad altri. Al giovane normale, che abbia curiosità per il lato ufficioso e maledetto della storia della seconda guerra mondiale, posso solo dire: “Compra una copia”.

Riguardo ai revisionisti a tempo pieno, o part-time, che hanno ignorato questo libro, posso solo chiedermi, a voce alta: come pensano che riusciremo mai a costruire un movimento con così poca unità e così tanta noia?

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THE GREAT HOLOCAUST TRIAL
The Landmark battle for the Right to Doubt the West Most Sacred Relic
[IL GRANDE PROCESSO DELL’OLOCAUSTO
La battaglia epocale per il diritto di dubitare della reliquia più sacra dell’Occidente]

Grande formato (7x10[3]) illustrato, brossura di qualità. 181 pagine.

Attualmente, questo titolo può essere ordinato solo per posta cartacea o tramite Amazon[4].
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[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://revisionistreview.blogspot.com/2011/04/does-anyone-remember-great-holocaust.html
[3] Le misure sono date in pollici, corrispondenti ciascuno a 2,54 centimetri.