Aveva promesso “Vittoria o Martirio” ed è stato di parola. La vittoria è andata ai soliti “
liberatori” della Nato,
“
gli assassini più forti”. Non era scappato con i soldi della Libia, non era nascosto nel deserto:
era al fronte, nella sua Sirte, ridotta a rudere da una aviazione atlantica che nulla ha di valore militare, tanto che invia ormai aerei-drone senza pilota. Ha combattuto strada per strada, “
zanga zanga”, come aveva urlato, contro quel disordinato brulichio di nemici, che sciamava avanti solo grazie alla brutalità dell’aviazione da guerra delle “democrazie”, e che Lui aveva chiamato “
ratti”. Con i soldati di Libia ha mandato a
combattere i suoi
figli più forti, anch’essi caduti in battaglia.
La Jamahiria Araba Libica Popolare Socialista, la sua Libia, non era
la Cuba di Batista, o l’Afghanistan del fantoccio sovietico Badrak Karmal, e neppure l’
italietta dei successori di Badoglio, forti coi deboli e deboli coi forti.:
la Jamairia era una Nazione indipendente e dignitosa. Nell’ultima trincea, dove l’hanno massacrato, d’oro aveva solo la pistola, per il resto sulla giubba c’era solo sangue e la polvere del suo deserto. Onore a Muammar Gheddafi.