Morto John Demjanjuk, vittima sacrificale della menzogna olocaustica

Demjanjuk durante le operazioni di deportazione in Germania, nel 2009, a 88 anni di età

È morto due giorni fa John Demjanjuk, in una casa di riposo di Rosenheim, in Baviera[1].
Non fu il “boia di Treblinka”[2].
Né, tantomeno, fu il “boia di Sobibor”[3] (e, in ogni caso, Treblinka e Sobibor non furono campi di sterminio ma campi di transito[4]).
Non era nemmeno nazista[5].
Era un ucraino, arruolato (a forza) nell’esercito sovietico, indi prigioniero di guerra, indi arruolato (a forza) dai tedeschi[6].
È stato, soprattutto, la vittima sacrificale della persecuzione politico-giudiziaria più mostruosa del dopoguerra (almeno, nel cosiddetto “occidente democratico”)[7].
Riposi in pace, quella pace che i suoi aguzzino non hanno e, probabilmente, non avranno mai.
E che la sua vicenda sia di monito sui vertici di nefandezza cui può arrivare l’immane menzogna olocaustica.




[3] Vedi, in proposito, i seguenti post:
[4] Per i riferimenti in merito, digitare su Google le parole chiave “treblinka transito carancini”, e “sobibor transito carancini”.
[6] Vedi, in proposito, i post:
Hans-Joachim Lutz ha chiesto 6 anni per John Demjanjuk: http://andreacarancini.blogspot.it/2011/03/hans-joachim-lutz-ha-chiesto-6-anni-per.html
John Demjanjuk: criminali sono le autorità tedesche: http://andreacarancini.blogspot.it/2010/04/john-demjanjuk-criminali-sono-le.html

[7] Per i riferimenti in merito, digitare su Google le parole chiave “demjanjuk buchanan carancini”.