La scena del crimine di Brindisi: ripulita come quella di Brescia?


Lo stragismo italiano: i corsi e i ricorsi. A proposito dell’ultimo attentato alla scuola di Brindisi si è subito parlato – su internet, ovviamente – di stragismo di stato.

Forse non a torto, a quanto pare. Molti ricorderanno la clamorosa cancellazione delle prove poco dopo la strage di piazza della Loggia a Brescia, con l’ordine impartito ai pompieri di pulire la scena del crimine  con le autopompe[1].


Adesso ricevo via Facebook una strana foto sulla scena del crimine di Brindisi, con il seguente commento: “Come sono bravi!! Per favorire le indagini (Monti ha inviato 200 investigatori…….200…..sì) hanno completamente ripulito la zona del disastro e addirittura potato l’albero dietro il cancello! Bè davvero impeccabili quelli del SISMI non c’è che dire!!”.


Confronta la detta foto con quella di 2 giorni fa: lì in effetti gli alberi sono ancora verdi …


Altro confronto (sempre via Facebook):


Sul tema, ho trovato anche questo interessante pezzo (con relativo video), che segnalo:

ATTENTATO DI BRINDISI, A ESPLODERE NON SONO STATE LE BOMBOLE DI GAS:
http://www.net1news.org/attentato-di-brindisi-a-esplodere-non-sono-state-bombole-di-gas.html

Il video in questione è stato paragonato da Ugo Tassinari (nel suo peraltro pregevole blog) alle “teorie paranoiche dell’11 settembre”:

Strage di Brindisi: ma che bombole di gas era solo una bomba carta sofisticata
http://www.fascinazione.info/2012/05/strage-di-brindisi-ma-che-bombole-di.html

Ugo Tassinari

A questo proposito, mi sentirei di consigliare, non solo a Tassinari, la lettura della prefazione di Sandro Veronesi a L’incredibile menzogna di Therry Meyssan (proprio uno dei classici delle predette teorie) e, in particolare, il seguente passaggio:

“Quando la ragione, questo esile lumino, non riesce a diradare il buio in cui ci si ritrova, quando si intuisce che c’è qualcosa che non va ma il normale modo di ragionare non dà alcun frutto, e anzi accresce la sensazione di malessere e di frustrazione che ci attanaglia, la paranoia può essere utile per vedere dove la ragione non riesce a vedere. Purché sia paranoia vera, e in quantità sufficiente”[2].


Ecco, uno stato di paranoia sufficiente ma controllata: mi sembra l’approccio giusto, in tema di stragi.

Quanto al movente, la perdita di popolarità dei partiti ma soprattutto il crollo di consensi di un governo blindato come quello attuale mi sembrano un ottimo movente:

“Il dato più sorprendente è la fine della luna di miele tra il premier Monti e gli italiani. In una sola settimana perde altri tre punti percentuali e scende al 35%. Una vera e propria batosta per il presidente del consiglio: da novembre (71% dei consensi) la fiducia degli italiani nel premier è stata una parabola discendente per giungere al dimezzamento di oggi”[3].

  


[2] In Thierry Meyssan, L’INCREDIBILE MENZOGNA – Nessun aereo è caduto sul Pentagono, Fandango, Roma, 2002, p. 6.