MANIFESTO in nome della Maestà Cristianissima di Luigi XVII


M A N I F E S T O[1]

IN NOME

DELLA MAESTA’ CRISTIANISSIMA

DI LUIGI XVII

RE DI FRANCIA, E DI

NAVARRA

E DA PARTE DI TUTTI I CAPI

DELLE ARMATE CATTOLICHE,

E REALISTE.



MANIFESTO,

Il Cielo si dichiara in favore della più Santa, e della più giusta causa. Il Santo Segno della Croce di Gesù Cristo, e lo Stendardo Reale vincono in ogni parte gli Stendardi insanguinati dell’Anarchia, Padroni de’ cuori, e delle opinioni, più ancora delle Città, e dei Villaggi, che ci danno il dolce nome di Padri, e di Liberatori; ora è che noi crediamo di dover proclamare altamente i nostri progetti, e lo scoppo de’ nostri comuni sforzi. Noi conosciamo il volo della Francia; esso è il nostro, e quello di rimettere, e di conservare per sempre la nostra Religione Cattolica Apostolica Romana; E quello di avere un Re che ci serva di Padre nell’interno, e di Protettore all’esterno del Regno; E noi saremo quelli che venghiamo chiamati Scellerati Sanguinari, noi che fedeli a’ nostri principj di Religione, e d’Umanità, abbiamo sempre amato di rendere bene per il male, di risparmiare il sangue di quelli che si dicono Patriotti? La loro condotta sia messa al confronto della nostra; Essi scannavano i nostri Prigionieri in nome della Legge, e noi abbiamo salvati  i loro in nome della Religione, e dell’Umanità. A Bresuire Essi hanno tagliato in pezzi della gente che essi aveano presi la maggior parte disarmati, mentre noi trattavamo come fratelli quelli di loro che noi avevamo presi tutti colle armi alla mano, mentre che essi medesimi saccheggiavano, e bruciavano le nostre Case, noi facevamo rispettare con tutto il nostro potere le loro persone, e i loro beni, e se malgrado tutti i nostri sforzi ; qualche devastamento è succeduto nelle Città che noi abbiamo riconquistate per il nostro buon Re la Maestà Cristianissima di Luigi XVII., noi ne abbiamo avuto un sommo dispiacere, e l’abbiamo amaramente compianto. Noi abbiamo punito colla maggiore severità i disordini che non avevamo potuto prevenire. Egli è questo un formale impegno che noi ci siamo assunti nel pigliare le armi, e che noi cercheremo di adempire a costo di nostra vita. In tal guisa la Francia sarà disingannata dalle menzogne egualmente impudenti che perfide, e assurde de’ nostri nemici. Ma, che dico io! Essa lo è già da lungo tempo. La nostra condotta a Thouars è ben nota; quella Città presa d’assalto, come quasi tutte quelle ove noi siamo entrati al dì d’oggi, poichè 2000 soldati dell’Armata Cattolica aveano penetrato per la breccia, allorché il Nemico capitolò, è un esempio memorabile della nostra dolcezza, e della nostra moderazione. Patriotti, nostri nemici, e chi avrete ancora da opporci! Voi ci accusate di rovesciare la nostra Patria colla Ribellione, e voi siete, che abbattendo a un tempo tutti i principj dell’Ordine Religioso, e Politico, avete i primi proclamato che l’insurrezione è il più Santo de’ doveri; e in conseguenza di quello principio che ci giustificherebbe agl’occhi vostri, se la più giusta delle Cause avesse bisogno d’esser giustificato; Voi avete introdotto in vece della Religione, l’Ateismo, in vece delle Leggi, l’Anarchia, in vece di un Re che fu il nostro Padre, degl’Uomini, che sono i nostri Tiranni, Voi ci rimproverate il fanatismo della Religione, voi che siete stati condotti a commettere l’ultima delle scelleraggini dal fanatismo di una pretesa Libertà; Voi, che lo stesso fanatismo porta ogni giorno a far scorrere torrenti di sangue nella nostra comune Patria. Ah! Il tempo è giunto finalmente in cui i prestigj di un falso patriottismo devono sparire: La benda dell’errore è già mezzo squarciata. O nostri Concittadini, giudicateci, e giudicate i nostri Persecutori! Che hanno fatto? Che han fatto i vostri Rappresentanti medesimi per la vostra felicità e per il bene generale della Francia? Se non che strappare da vostri cuori i principj sagri di vostra Fede, che ammassare immensi Tesori a collo delle vostre lagrime, e del vostro sangue, che portare la desolazione nel seno delle vostre Famiglie, strascinando per forza, in mezzo a’ Campi, e a’ combattimenti, i vostri Fratelli, i vostri Figli, e voi medesimi, che essi non hanno temuto esporre a mille morti per appagare la loro rabbia contro il Trono, e l’Altare, e per assicurare l’impunità delle loro scelleraggini, Essi hanno strappato all’Aratro dei tranquilli Contadini le di cui braccia assicuravano alla Patria la Sussistenza, e la Vita. Aprite dunque una volta gl’occhi o Francesi! Rendetevi a noi; e rendete voi a voi medesimi. Eh! Non sareste voi dunque più quel Popolo dolce, generoso, sensibile, quel Popolo fedele alla Religione, idolatra de’ suoi Re, il Popolo di Clodoveo, di Carlo-Magno, di S. Luigi, di Ludovico XII., di Enrico IV., e in fine di Luigi XVI., il di cui Figlio, questo Giovine, e tenero rampollo dell’Augusta Famiglia de’ Borboni, pronto a osservare le ultime volontà di un Padre, che morì perdonando a’ suoi Carnefici, vi stende le braccia, vi apre il suo cuore, e arde del desiderio di essere felice della vostra prosperità! Sareste voi sordi alla voce della Religione, la quale da lungo tempo divenuta preda di Lupi rapaci, richiede al giorno d’oggi i suoi veri, e leggittimi Pastori? No, senza dubbio, voi siete nostri Amici, nostri Fratelli, noi non siamo che un stesso Popolo, e diciamo anche meglio che una stessa famiglia. Le nostre miserie, e le nostre contentezze ci sono comuni; riuniamo dunque insieme i nostri sforzi sotto l’Egida dell’Onnipotente, sotto la protezione del Padre comune, risparmiamo il sangue degl’uomini, e sopra tutto quello de’ Francesi. Non v’è più luogo nello Stato per li esseri fredi, e egoisti, i quali languendo in un vergognoso ozio, affetando una colpevole indifferenza per l’interesse generale, se ne stanno da parte pronti ad impinguarli degl’avanzi della fortuna pubblica, e delle fortune private.

Due stendardi sventolano sul suolo della Francia, quello dell’onore, e quello dell’anarchia. E venuto il momento di riunirsi sotto uno di questi stendardi, che resta dubbioso, e un traditore egualmente formidabile a’ due partiti; Camminiamo dunque tutti di comune consenso; Scacciamo que’ rappresentanti infedeli, i quali abusando della nostra confidenza, non hanno impiegato fin ora che a dispute sterili, e a ruzze indecenti, e dovrò pur dirlo, a delle gare vituperevoli per il nome Francese, un tempo ch’essi doveano tutto alla nostra felicità; Scacciamo questi Rappresentanti spergiuri i quali mandati per la conservazione della Monarchia, per cui avevano solennemente giurato, l’hanno annihilita, e rovesciando il Monarca innocente sulli scalini del Trono ove essi regnano da despoti; Scacciamo finalmente questi perfidi e audaci mandatari, i quali alzandosi sopra tutte le potestà conosciute sopra la terra, han distrutta la Religione, che voi volevate conservare, create delle Leggi, che voi non avete mai sanzionate; o per dir meglio, che voi avreste spesso rigettate con orrore, se libero fosse stato il vostro voto; hanno fatto del più Ricco, e del più florido Reame, un cadavere di Repubblica oggetto di commiserazione per quelli che lo abitano, e d’orrore per i Popoli stranieri, che gl’alberi nudi di verdura, triste immagini del Trono spogliato del suo splendore, che i vani emblemi della licenza cadano nella polvere, e che la bandiera bianca segno di felicità, e d’allegrezza per li Francesi sventoli sulle mura delle nostre Città, e su i Campanili delle Chiese delle nostre felici Campagne.   

Allora sarà che noi obliando le attuali nostre perdite, deporremo le nostre armi nel Tempio dell’Eterno; allora sarà, che terminando una guerra le disfatte, o i Trionfi reciprochi della quale non sono che vere calamità, per la nostra comune Patria, noi proclameremo insieme con la pace della Francia, la quiete dell’Universo. Allora sarà, che confondendo nell’amore del ben pubblico tutti i nostri personali risentimenti, ed ogni minimo motivo di malcontento reciproco di qualunque partito, di qualunque opinione noi avessimo sposato, purché i nostri cuori, e nostre mani, non si sieno imbrattate nelle scelleraggini, noi ci riconciglieremo in seno alla pace, per operare il bene generale, e dare alla Francia insieme con il suo Re, e il suo culto Cattolico, la felicità che aspetta invano dall’infedeli suoi Rappresentanti. Tali sono, noi osiamo ripeterlo, e proclamarlo altamente, tali sono i nostri voti di tutti i Francesi; Abbiano essi il coraggio di manifestarli, e la Francia si salverà.

Fatto al Quartier generale a Fontenay-le-Comte li 27. Maggio 1793. l’anno primo del Regno di Luigi XVII.

Sottoscritti.

De Bernard, de Marigny[2], de la Rochejaquelain[3], l’Escure[4], Duhoux, d’Hauterire[5], Donnessant[6], Cathelineau[7].

PROCLAMAZIONE DEI CAPI DELL’ARMATA CRISTIANA.

NOI, Comandanti Generali dell’Arate Cattoliche, e Reali, abbiamo risoluto ciò che segue, e di cui ordiniamo che la lettura ne sia fatta in tutte le Parrocchie. Non potendo dubitare, che l’intenzione di Sua Maestà Cristianissima Luigi XVII. Rè di Francia non sia per ricompensare conformemente a loro interessi quelli valorosi e fedeli sudditi, che prendono partito per la sua Causa, e per quella della Religione Cattolica.

Ordiniamo ai Consigli Provisori stabiliti nelle differenti Parocchie di provedere alla sussistenza delle mogli, e de’ figli di coloro che combattano per la più giusta delle cause, e che han bisogno di soccorso: dichiareranno essi d’aver ricevuto i grani che impiegheranno a questo effetto, e spediranno al Consiglio superiore stabilito attualmente a Saint Lorenzo Sevre una doppia ricevuta con gli attestati, che li hanno indotti ad accordare il sudetto soccorso, affinchè comandi il pagamento de’ Grani. I Consigli delle rispettive Parocchie, se l’Intenderanno col Consiglio Superiore nelle loro operazioni, ed eseguiranno gl’ ordini ricevuti.

Siccome l’intenzione di Sua Maestà Cristianissima, non è di far partecipi delle ricompense destinate a coloro che si sacrificano per la sua causa, le persone vili, e indifferenti, che non contribuiscono in niente agl’ sforzi che fanno gli altri per ristabilire la Santa Religione, e la Monarchia; i Comandanti Generali faranno farsi una nota del numero degl’abitanti di ciascheduna Parocchia, che marciano non per uno o due giorni, ma continuamente, e per mezzo della sudetta nota, giudicheranno della buona volontà degl’abitanti delle differenti Parocchie, e le famiglie che saranno scoperte essere di cattiva volontà, e non dichiararsi col medesimo zelo degl’altri, a sostener la buona causa saranno soggette all’istante all’imposizione del 1792., poichè è ingiusto che abbiano le ricompense coloro, che non si espongono ai pericoli. Nel caso poi che vi fossero degl’abitanti di cattiva volontà ben cogniti, e che dissuadessero gl’altri dal servizio del Rè, le loro imposizioni aumenteranno progressivamente.

Volendo similmente per quanto possiamo ristabilire la Religione Cattolica, e renderla florida, invitiamo i Signori Curati e Vicarj in officio, che non hanno le facoltà generali de’ loro legittimi Vescovi, d’indirizzarsi a Monsig. Vescovo d’Agra Vicario Apostolico Residente in San Lorenzo di Sevre, affinchè possa regolare la loro condotta; E noi ordiniamo, che quelli, che non avranno per li 9. di Giugno un attestato del sudetto Vescovo, per non essere molestati, siano arrestati dal Consiglio della Parocchia, e condotti in pringione a Chatillon.

Ordiniamo ancora, che tutti i beni Ecclesiastici dichiarati beni Nazionali; e che sono stati comprati da patriotti, siano amministrati dai consigli delle Parocchie, i quali riceveranno le rendite, e ne renderanno conto al Consiglio Superiore di cui Monsig. Vescovo d’Agra nè membro.

In Clisson 16. Giugno 1793.

Sottoscritto. L’Escure il Cavaliere di Masange della Città di Beaugé.

Da parte di tutti i Comandanti s’impone ai Capi, e a tutti i Soldati Cattolici delle Parocchie di Saint Aubin le Clan di trovarsi pontualmente in armi Sabato sera 16. Giugno a Bressuire, luogo stabilito per la riunione generale delle Parocchie del Poitu.

Questo dì 30. Maggio 1793.

Sottoscritto. L’Escure Desessarts[8].

Gaspard de Bernard de Marigny

Henri de La Rochejaquelein

Louis Marie de Lescure

Jacques Cathelineau

Il cuore di Luigi XVII conservato nell'abbazia di Saint Denis


[6] Donissan, generale dell’armata vandeana: http://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_cattolico_e_reale