La (a)teologia della Shoah e l'effetto che produce sui gentili

Michael Hoffman

Scriveva Michael Hoffman tre anni fa – in quel testo capitale per capire la teologia (e quindi la politica) del nostro tempo che è LA NUOVA TEOLOGIA CATTOLICA DELLA “SHOAH”
(http://ita.vho.org/054_Nuova_teologia_cattolica_shoah.htm ) -:
 
“Come può regnare Cristo Re quando la truffa gigantesca delle camere a gas omicide di Auschwitz – che costituisce la base della Shoah, che è de facto la religione civile dell’Occidente – diventa una rivale di Cristo nei cuori e nelle menti delle persone?”.
 
E ancora:
 
“Avvolta nel manto della “lotta contro l’odio e l’antisemitismo”, la Shoah diventa l’alibi quasi invincibile del rovesciamento rivoluzionario di due millenni di insegnamento cristiano tradizionale sulla Bibbia e sul giudaismo”.
 
E ancora:
 
“ Se Gesù Cristo è veramente Re, allora la nostra società, la nostra cultura e il nostro mondo non possono permettere che le sofferenze dei giudei – reali o immaginarie – in un campo di lavoro polacco superino per centralità, attenzione e pubblica consapevolezza l’uccisione di Dio sul Golgota”[1].

Mi sono tornate in mente queste considerazioni stamattina, ripensando ad un’esternazione del regista ebreo Claude Lanzmann, autore del film probabilmente più noioso di tutti i tempi, l’interminabile[2] Shoah. L’esternazione è la seguente:
 
“Se Auschwitz è qualcosa di più che un orrore della storia, allora il cristianesimo vacilla dalle fondamenta. Cristo è il Figlio di Dio, che arrivò fino alla fine di ciò che è umanamente sopportabile, dove sopportò le più crudeli sofferenze. (…) Se Auschwitz è vera, allora c’è una sofferenza umana a cui quella di Cristo non può proprio essere paragonata. (…) In questo caso, Cristo è falso, e la salvezza non verrà da lui. (…) Auschwitz è la confutazione di Cristo”.[3]  
 
Abbiamo avuto notizia di Lanzmann qualche mese fa, quando venne fermato (e poi rilasciato …) all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per molestie sessuali: http://andreacarancini.blogspot.it/2012/03/claude-lanzmann-fermato-in-israele-per.html
 
Claude Lanzmann
 
C’è una relazione tra la (a) teologia della Shoah e le molestie sessuali? Chissà …

Nessun dubbio, invece, sull’effetto che la detta (a)teologia produce sui gentili. Al riguardo, fa ancora impressione questo trafiletto apparso a suo tempo sulla Rassegna Stampa di Sodalitium[4]:
 
“L’Olocausto è diventato un argomento per non credere in Dio, o per processarlo, anche presso i “gentili”. Dichiara in proposito l’attore Nino Manfredi: “Se un giorno mi dovesse capitare di incontrare Dio saprei che cosa chiedergli: ‘Do stavi tu mentre 6 milioni di ebrei morivano nei forni di Auschwitz? Ce l’hai la Tv, li leggi i giornali? Mi sa che guardi solo le pagine sportive … Insomma, all’inferno chi ci deve andare, io o tu?” (S.[5], 29/7/98, p. 26).
 

Nino Manfredi



 
[3] Les temps modernes, Paris, dicembre 1993, pp. 132-133, citato in Jürgen Graf, The Last Battle (L’ultima battaglia), 2001, in rete: http://juergen-graf.vho.org/articles/holocaust-revisionism.html  
[4] N°5 Maggio-ottobre 1998, p. 16.
[5] La Stampa.