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La copertina dell'edizione inglese, già uscita in edizione cartacea |
Revisionismo:
illusione, realtà e tragica disillusione
di Carlo Mattogno
Più
volte ho ripetuto che, in riferimento al recente tentativo –
fortunatamente fallito – di introdurre anche in Italia il
“reato di negazionismo”, gli storici e gli uomini di cultura, sebbene, nel
complesso, si siano lodevolmente schierati contro il relativo progetto, hanno
ostentato un atteggiamento oltremodo offensivo. Essi vogliono sì garantire a
tutti la libertà di espressione, ma non nascondono il loro disprezzo per i
“negazionisti”, che vengono accusati di ogni nefandezza storiografica,
adducendo un travisamento sistematico di che cosa realmente è ed afferma il
revisionismo olocaustico. Senza mezzi termini, il revisionismo, a loro dire,
sarebbe una bestialità storiografica. Che costoro non abbiano mai visto,
neppure da lontano, un libro revisionistico serio, è palese (l'ipotesi
contraria getterebbe sospetti inquietanti sulla loro onestà professionale). Ed
è anche molto probabile che tutti costoro credano in buona fede, ma per
colpevole ignoranza, che il revisionismo corrisponda davvero al quadro
farsesco, pisantyano, che ne presentano.
Costoro
si alimentano delle illusioni del teatro mediatico, illusioni credute e
brandite con tanta fede da proiettarle,
in uno strano fenomeno di schizofrenia olocaustica, in ipostasi mentali
allucinatorie. Ciò, anche in virtù in un'arroganza sconfinata, li rende
estremamente vulnerabili nello scontro con la realtà revisionistica, che per
loro sarà psicologicamente sconvolgente e storiograficamente catastrofico.
Questi
sprovveduti, che credono seriamente alle balordaggini pisantyane, riprese e
rincarate da una “specialista” universitaria come Anna Foa e da un codazzo di
olosapienti da operetta, sono completamente impotenti di fronte alla realtà. Quando verrà il momento della resa dei conti – ho
preannunciato –, quando gli storici e
gli uomini di cultura si dovranno
confrontare seriamente col revisionismo, si renderanno conto di essere
del tutto impreparati e inermi.
Il
momento è arrivato.
Finalmente
posso presentare la versione italiana dello studio The “Extermination Camps”
of “Aktion Reinhardt”, che ho redatto insieme a Thomas Kues e a Jürgen Graf, col titolo I “campi di
sterminio” dell' “Azione Reinhardt”. Si tratta di un testo in PDF di 1137
pagine in formato A-4 con 3730 note e
una bigliografia di quasi 700 titoli. La versione italiana, per quanto riguarda
la parte redatta da me, è più ampia e
ancora più documentata di quella apparsa in inglese. Il fatto che l'opera sia
diretta essenzialmente contro un gruppuscolo di olo-blog-pagliacci nulla toglie
al suo valore dimostrativo.
Basterà
una semplice scorsa al testo per capire immediatamente che cosa sia realmente
il revisionismo olocaustico e quali siano il fondamento e soprattutto lo scopo
del patetico sproloquio anti”negazionista” del teatro mediatico.
Invito
gli storici di professione e inoltre tutte le Pisanty e tutte le Foa e relativi
caudatari a trovarvi una sola, e dico una sola “bestialità”. Trattandosi
di un PDF, costoro non hanno più neppure la scusa di doversi procurare opere
cartacee.
Aspetto
fiducioso, nella speranza di poter di nuovo deliziare i lettori commentando
ulteriori, nuove olo-balordaggini pisantyane.
Le
tappe dell'ingloriosa fine degli anti-”negazionisti”:
Illusione:
“negazionismo”, ossia caricatura pisantyana del revisionismo
Realtà:
revisionismo, ossia
–
Le camere a gas di Auschwitz. Studio storico-tecnico sugli “indizi criminali”
di Jean-Claude Pressac e sulla “convergenza di prove” di Robert Jan van Pelt. Effepi,
Genova, 2009, 715 pagine, con 51 documenti, 2510 note;
–
Auschwitz: assistenza sanitaria, “selezione”e “Sonderbehandlung” dei
detenuti immatricolati. Effepi, Genova, 2010, 335 pagine, con
60 documenti, 747 note;
–
I forni crematori di Auschwitz. Studio storico-tecnico con la collaborazione
del dott. ing. Franco Deana. 2 vol. Effepi,
Genova, 2012, 1211 pagine, con 300 documenti e 370 fotografie, 715 note;
–
I “campi di sterminio” dell' “Azione
Reinhardt”, 1137 pagine, oltre 140 documenti e fotografie.
Tragica
disillusione: presa visione delle 3398 pagine delle
opere summenzionate con conseguente olodisperazione.
Carlo
Mattogno
FINE
DEL TESTO DI CARLO MATTOGNO
Nota bene: l’edizione italiana della
detta opera è consultabile al seguente indirizzo:
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L'avviso con cui un noto sito sterminazionista rendeva note le malefatte degli "oloblogger" |