Giorgio Sorial e la "lesa maestà" nei confronti di Giorgio Napolitano


Giorgio Sorial, il deputato del Movimento 5 Stelle che da del “boia” a Giorgio Napolitano:
Chi è Sorial, il deputato grillino che ha attaccato il capo dello Stato
http://www.corriere.it/politica/14_gennaio_28/sorial-deputato-grillino-seconda-generazione-0cf8ddb8-881f-11e3-bbc9-00f424b3d399.shtml
Cos’è, una bestemmia dare del “boia” a Napolitano?
E se è una bestemmia perché non si prova a contestualizzarla?
Altrimenti detta: in questo paese si possono contestualizzare solo le bestemmie di Berlusconi?
C’è bestemmia e bestemmia, monsignor Fisichella ‘contestualizza’ il Berlusconi blasfemo
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/bestemmia-berlusconi-fisichella-contestualizza-573712/
Ecco, se non è una bestemmia  allora proviamo a contestualizzarla: ad esempio, alla luce del capitolo I segreti di Napolitano (pp. 7-60) del libro I PANNI SPORCHI DELLA SINISTRA, di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara:
 
Qui, troviamo interessanti riferimenti storici e documentali a quanto, sul conto di “Re Giorgio”, ha sempre detto un politologo come il prof. Gianfranco La Grassa (a cominciare dal profilo sinistro del viaggio di Napolitano negli Usa nel 1978, quello effettuato durante il sequestro Moro).
Citiamo dal libro di Pinotti e Santachiara il seguente passaggio:
“Napolitano dunque si trova negli Stati Uniti mentre Aldo Moro è prigioniero (il suo corpo verrà ritrovato in via Caetani il 9 maggio 1978)”.
tratto dal paragrafo emblematicamente intitolato
Un accordo tra Cia e Pci nei giorni del sequestro Moro?.
In esso, leggiamo (pp. 49-50):
“Mentre Napolitano rilascia interviste al « Washington Post » e alle principali reti televisive, il dramma del rapimento Moro è in corso. Che tipo di consultazioni ha sul tema Napolitano con i massimi esperti americani di strategia? Sta forse definendo con loro la linea del Pci? Cosa avviene in quei giorni drammatici?
La Procura di Roma ha acquisito nel settembre del 2013 la cassetta dell’intervista di Giovanni Minoli a Steve Pieczenik, esperto di terrorismo, già consulente del Dipartimento di Stato americano nel 1978. Pieczenik, inviato in Italia subito dopo il sequestro, avrebbe indirizzato l’azione delle autorità italiane nella direzione voluta dagli americani, contrari alla trattativa, che ritenevano «necessario il sacrificio di Moro»".
Tra i tanti pezzi di La Grassa, invece, si veda il seguente:
LETTERINA (INUTILE) A SALLUSTI, di GLG 8 ott. ‘13
http://www.conflittiestrategie.it/letterina-inutile-a-sallusti-di-glg-8-ott-13   
Il prof. Gianfranco La Grassa
 Gianfranco La Grassa:
“Siete sempre stati incoerenti verso il presdelarep; alternativamente, avete sostenuto che non ci si poteva fidare di lui perché era ancora un comunista, poi lo blandivate dicendo che era il campione della saggezza e moderazione contro i “cattivi” del Pd e i magistrati restati pervicacemente “rossi”.
“Siete stupidi. Questi magistrati hanno iniziato quel percorso, poi sempre seguito con ferma coerenza, nel preciso momento in cui crollavano il “campo socialista” e subito dopo l’Urss, in cui il Pci cambiava nome, ecc. E Napolitano, per conto del Pci, cominciò a contrattare il cambio di campo del partito circa 40 anni fa; quindi è in Italia il personaggio di cui l’attuale potenza egemone più si fida”.
Ma si veda anche l’articolo, ispirato dalle riflessioni di La Grassa, di Roberto Buffagni
 Un’ipotesi sul ruolo del PCI nel caso Moro di Roberto Buffagni
http://www.conflittiestrategie.it/unipotesi-sul-ruolo-del-pci-nel-caso-moro-di-roberto-buffagni
Roberto Buffagni:
“ ... il PCI poteva benissimo, visto il suo controllo sui propri militanti (un controllo così radicato che continua ancor oggi, nonostante tutto) dire una cosa e farne contemporaneamente un’altra, cioè attivarsi: con tutto il proprio peso politico sulla DC e sulle strutture dello Stato, con le proprie strutture segrete e con i suoi contatti informali sugli ambienti contigui alle BR e sulla malavita organizzata per trovare e liberare Moro; e non solo non lo fece, ma tutta la sua linea politica mise in primo piano la ragion di Stato, che condannava a morte Moro, in secondo o terzo piano il ritrovamento dell’ostaggio; e soprattutto mai prese in considerazione, ma anzi si adoperò per silenziare, le ragioni politiche che giustificavano la trattativa: quelle che tentarono di introdurre nel dibattito sia Moro con le sue lettere dal carcere, sia Craxi con la sua azione. Su questa posizione del PCI non c’è dubbio alcuno. Perché fu adottata?
“Credo per questo motivo: che le fazioni del PCI in contatto con le fazioni USA intese a cavalcarne e guidarne il trasferimento nel campo occidentale, si accordarono sulla linea della fermezza che conveniva, per diverse ragioni, ad entrambi: così stipulando, per così dire, il primo vero e proprio contratto-quadro politico organico”.
 
Napolitano durante il viaggio negli Usa del 1978

Ma quella finora trattata non è certo l'unica contestualizzazione possibile: l'operato di Napolitano nella sua qualità di ministro dell'Interno ha sollevato interrogativi non meno inquietanti. Che dire ad esempio, della segretazione degli armadi compromettenti del Viminale? Ricordo al riguardo la considerazione del prof. Giannuli a suo tempo riportata su un mio post:
Lo stato italiano: stragista dei suoi cittadini e bombardatore dei vicini
http://andreacarancini.blogspot.it/2011/04/lo-stato-italiano-stragista-dei-suoi.html
Aldo Giannuli:
“Si capisce quindi l’imbarazzo, pochi mesi dopo, quando scoppiò la questione dell’archivio irregolare della Via Appia in cui erano custodite le carte degli Affari Riservati. Napolitano rassicurò l’opinione pubblica che tutto sarebbe stato chiarito e ne sarebbe stata data completa informazione. A questo scopo, nominò una commissione di inchiesta amministrativa che, fra l’altro, ascoltò pure chi vi parla. La commissione ci impiegò diversi mesi e, alla fine, stese una lunghissima relazione che il Ministro inviò tempestivamente in Commissione Stragi. Ma, la relazione venne segretata e per la sua consultazione vennero adottate misure senza precedenti”.
 
Il cadavere di Aldo Moro a via Caetani

E che dire delle implicazioni istituzionali, che chiamano in causa il predetto ministro, riguardanti la Terra dei Fuochi?
Napolitano era ministro dell’Interno all’epoca delle rivelazioni di Schiavone sulla Terra dei fuochi nascoste per vent’anni
http://www.articolotre.com/2013/11/napolitano-era-ministro-dellinterno-allepoca-delle-rivelazioni-di-schiavone-sulla-terra-dei-fuochi-nascoste-per-ventanni/221216
“Sulla sua pagina di Facebook il Dott. Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei Medici per l’Ambiente (ISDE) Campania, scrive parole di dolore e di enorme tristezza: “Scoprire che Giorgio Napolitano era il Ministro dell’Interno all’epoca delle dichiarazioni segretate di Schiavone è una notizia che mi da un dolore profondo, insopportabile, veramente una pugnalata in petto… Ve lo giuro… Non me lo aspettavo…””.
 
 
Sui segreti di Stato riguardanti la Monnezza Napoletana si tenga poi presente il video con le dichiarazioni dell’ex assessore all’Ambiente della Regione Campania Walter Ganapini, anche queste riportate su un mio post:
20 anni dalla morte di Falcone e Borsellino: il terzo livello esiste, eccome!
http://andreacarancini.blogspot.it/2011/04/20-anni-dalla-morte-di-falcone-e.html
“Certamente quell’oggetto [la monnezza] è un mistero della Repubblica…perché Prodi si sia assunto le responsabilità che si è assunto ancora non è chiaro…”. 
Napolitano e Prodi quando erano rispettivamente ministro dell'Interno e presidente del Consiglio

Inquietante, direi. Ma chissà quante altre contestualizzazioni si potrebbero fare su un professionista della “Ragion di Stato” – e dalla carriera praticamente “infinita” – come Giorgio Napolitano. E allora, per tornare al discorso iniziale, è così scandaloso far osservare, come ha fatto il deputato Sorial, che la politica incarnata da Napolitano tende ad essere distruttiva non solo nei confronti degli avversari politici ma pure nei confronti della nazione stessa?
In ogni caso, se il termine “boia” è eccessivo per il presidente della Repubblica, mi sembra invece pienamente appropriato per il suo grande amico Henry Kissinger.
Su questo punto, rimando al post
John Pilger: le complicità dell'occidente con Pol Pot
http://andreacarancini.blogspot.it/2011/04/john-pilger-le-complicita-delloccidente.html
John Pilger:

È altamente improbabile che Pol Pot avrebbe conquistato il potere se il Presidente Richard Nixon e il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Henry Kissinger, non avessero attaccato la neutrale Cambogia. Nel 1973, i B-52 sganciarono più bombe nel cuore della Cambogia di quante ne vennero sganciate sul Giappone durante la seconda guerra mondiale: l’equivalente di cinque Hiroshima. Vi sono dei file che rivelano che la CIA aveva pochi dubbi sulle conseguenze. “[I Khmer Rossi] stanno usando i danni fatti dai bombardamenti dei B-52 come tema principale della loro propaganda”, riferiva il direttore delle operazioni il 2 maggio 1973. “Quest’approccio ha provocato il riuscito arruolamento di un certo numero di giovani [ed] è stato efficace con i rifugiati”.  
“Prima dei bombardamenti, i Khmer Rossi erano stati un culto maoista senza base popolare. I bombardamenti fecero da catalizzatore. Quello che Nixon e Kissinger avevano iniziato, venne completato da Pol Pot. Kissinger non sarà sul banco degli accusati a Phnom Penh. Lui fa il consulente di Obama per la geopolitica. Né vi sarà Margaret Thatcher, e neppure un certo numero di suoi ministri e funzionari ora in pensione che, sostenendo segretamente i Khmer Rossi dopo che i vietnamiti li avevano cacciati, contribuirono direttamente alla terza fase dell’olocausto cambogiano”.

Napolitano con Kissinger