Vincenzo Vinciguerra: C'era una volta la Chiesa cattolica


Papa Francesco riceve una delegazione della massoneria ebraica B'nai B'rith, una "tradizione" inaugurata da Giovanni Paolo II


Dal sito marilenagrill.org:
https://web.archive.org/web/20100525112815/http://www.marilenagrill.org/Nuovi%20Articoli/Articoli%202010/C%20era%20una%20volta%20la%20chiesa%20cattolica.htm

C'ERA UNA VOLTA LA CHIESA CATTOLICA

La Basilica di San Pietro, a Roma, si erge ancora maestosa a significare la grandezza di una Chiesa cattolica apostolica romana che è ormai giunta alla fine della sua storia bi-millennaria.
Certo, c'è ancora lo Stato del Vaticano, c'è un Pontefice, una gerarchia ecclesiastica, un miliardo e duecento milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo che guardano al loro Santo Padre, oggi regnante con il nome di Benedetto XVI.
C'è 1'apparato e l'apparenza, ma non c'è più la sostanza di una Chiesa che per duemila anni si è creduta depositaria della verità e rappresentante dell'unico Dio, salvo accorgersi, a partire dal 1978 con Giovanni Paolo I e, subito dopo, con Giovanni Paolo II che così non era, che prima, di essa e sovrastante ad essa c'era la religione ebraica e il Dio degli ebrei.
In questo modo, passo dopo passo, il Vaticano si è impegnato solennemente a non tentare di convertire gli ebrei, per espresso divieto dei rabbini, rinunciando così al ruolo primario, di una fede: quello di portare i "fratelli separati" nell'ovile di Dio, perchè non si possono lasciare gli "infedeli" nel peccato condannandoli a vivere in eterno lontani da Dio.
Ma l'arrogante monito dei rabbini è stato sufficiente ad indurre Benedetto XVI a rinunciare alla conversione degli ebrei il cui Dio è, evidentemente, superiore al Cristo che da duemila anni la Chiesa di Roma presenta come l'unico e solo Dio.
Gli ebrei come "fratelli maggiori", la religione ebraica come fonte e matrice di quella cristiana, il Dio degli ebrei superiore a quello cristiano.
Cosa resta della Chiesa cattolica apostolica romana, se non una setta giudaico-cristiana, ancora potentissima sul piano finanziario, il cui capo, l'ex pontefice romano, si deve umiliare dinanzi alla comunità ebraica romana.
E' storia di ieri.
Quando,nel 1963, venne rappresentato il dramma teatrale "Il Vicario" che accusava Pio XII di aver tollerato, in silenzio, la persecuzione degli ebrei da parte dei tedeschi, la reazione della Chiesa romana fu rabbiosa.
Nel maggio del 1964, il Vaticano pretese ed ottenne dal governo italiano, nella persona dell'allora ministro degli Esteri, Giuseppe Saragat, laico e massone, un comunicato ufficiale nel quale si affermava:
"La campagna di calunnie contro la memoria del Sommo Pontefice Pio XII, condotta da alcuni organi di stampa italiani, viene vivamente deplorata dal governo italiano, di cui fanno parte uomini che sono vivente testimonianza della paterna sollecitudine del compianto Pontefice per la difesa dei supremi valori dell'umanità e della civiltà".
E, il 10 giugno 1964, in risposta ad un'interrogazione parlamentare comunista, lo stesso Giuseppe Saragat ribadiva che il comunicato del 24 maggio era stato fatto su invito del Vaticano "rammaricato per l'intensificarsi della campagna contro la memoria di Pio XII", e che egli era personalmente convinto che Pio XII è stato un gran Papa e che,la campagna condotta contro di lui, per fini di parte e da diversi anni dalla sua morte, è inaccettabile, non solo per i cattolici, ma per tutti gli uomini di buona volontà".
Nei primi mesi del 1965, il governo israeliano interveniva sul Teatro nazionale ebraico perchè non rappresentasse il dramma "Il Vicario", per non compromettere le relazioni che intratteneva, in via ufficiosa, con lo Stato del Vaticano.
Sembrano trascorsi secoli e, invece, è storia di ieri, sono passati solo 45 anni.
Oggi, Benedetto XVI, pur di essere accolto nella sinagoga di Roma, accetta di distinguere fra le virtù umane e le responsabilità storiche di Pio XII, vale a dire che non esclude che le accuse rivolte contro quest ' ultimo dalle comunità ebraiche possano essere rispondenti al vero.
Dopo aver assistito, inerte, all'uccisione e al ferimento di palestinesi all'interno della Basilica della Natività, a Betlemme, in quello che è considerato il luogo più sacro della cristianità, il Vaticano è rotolato lungo il pendio della resa totale al governo di uno dei piccoli Stati del mondo, Israele, che fino all'avvento di Giovanni'Paolo II mendicava la grazia di un'udienza papale: oggi ordina, comanda, dispone, impone.
Nessuno si è ancora chiesto cosa sia realmente accaduto in quasi mezzo secolo all'interno del Vaticano; come mai la religione cattolica si è riscoperta subalterna a quella ebraica; obbligato a piatire una visita in Sinagoga mentre il rabbino capo di Roma non si degna di richiedere lui udienza al Papa.
Conosciamo le date che segnano l'inizio ufficiale di processo di auto-distruzione della Chiesa cattolica: l'avvento di Giovanni Paolo I e quello, immediatamente successivo, di Giovanni Paolo II.
Non stentiamo ad immaginare che la decisione di Papa Luciani di portare San Pietro in sinagoga e Cristo in ginocchio da Geova, abbia provocato durissime reazione all'interno della Chiesa cattolica e della gerarchia ecclesiastica.
Certo è che Giovanni Paolo I muore per collasso cardiocircolatorio nel giro di qualche settimana.
La lobby dei cardinali americani, tedeschi e francesi, però, riesce, ad imporre come suo successore il polacco Karol Wojtyla che è ben determinato a condurre a termine quello che il suo predecessore non era riuscito ad iniziare per sopravvenuta morte, così ne prende il nome Giovanni Paolo II,ed inizia la sua azione pro-ebraica.
Sarà un caso, ma proprio a lui, il 13 maggio 1981, un turco i cui mandanti sono rimasti ignoti gli spara a piazza San Pietro. Giovanni Paolo II si salva per il giubbotto anti-proiettile che indossa e lascerà che la disinformazione faccia circolare la leggenda che il comunismo internazionale ha tentato di uccidere un papa polacco ed anticomunista.
Però, il mancato killer, Alì Agca, dopo essere rientrato in Turchia, ancora, in galera, dirà ad un giornalista che "il diavolo è in Vaticano".
Parole sibilline, forse, alle orecchie di quanti non conoscono bene la storia della Chiesa di Roma che gronda più di sangue che di incenso.
La domanda è quanti, intuendo cosa sarebbe accaduto all'interno della gerarchie ecclesiastiche hanno pensato che la morte di un papa deciso a distruggere la Chiesa di Roma fosse il solo ed unico rimedio?
Non si possono avanzare ipotesi sui mandanti di Alì Agca, ma è totalmente da escludere il complotto comunista che utilizza un turco di religione musulmana per uccidere un Papa che, in Polonia, aveva convissuto d'amore e d'accordo con il regime comunista, ma che era determinato a fare della Chiesa di Roma l'appendice del Tempio di Gerusalemme.
Proprio i musulmani sono, insieme ai veri cattolici, gli altri grandi sconfitti dalla svolta filo-israeliana della Chiesa cattolica, alla quale giustamente guardavano, fino a Paolo VI, come alleata e che, oggi, si ritrovano nemica.
Quale che sia la verità, un Pontefice romano dimezzato, umiliato, sconfitto si recherà in Sinagoga a portare l'omaggio e la devozione dell'ex Chiesa cattolica apostolica romana.
Fra alcune decine di anni, la popolazione degli Stati uniti d'America sarà in stragrande maggioranza cattolica e così i suoi digienti ma la grande nemica dell'ebraismo, quella che condannava il popolo ebraico come "deicida." e pregava per la conversione dei "perfidi giudei" non c'è più; e a Gerusalemme come a Wall Street possono dormire sonni tranquilli: la lobby ebraica potrà continuare a fare negli Stati uniti quello che da sempre fa: comandare, con la benedizione degli ex pontefici di Santa Romana Chiesa.
Amen.

Vincenzo Vinciguerra, Opera, 16 gennaio 2010

Benedetto XVI con Riccardo Pacifici e con il dirigente del B'nai B'rith Italia, Sandro Di Castro