Gilad Atzmon: Chilcot, Israele e la lobby




CHILCOT, ISRAELE E LA LOBBY[1]

Di Gilad Atzmon, 7 luglio 2016

Ci sono voluti sette anni a Sir Chilcot e al suo gruppo, per raggiungere una serie di conclusioni che qualunque inglese capace di pensare avrebbe capito già nel 2003. 

L’inchiesta ha prodotto un impietoso giudizio sulla condotta di Blair come pure dell’esercito inglese. Ma l’Inchiesta Chilcot non è riuscita a mostrare lo stretto, cruciale legame tra la guerra criminale di Blair, la lobby ebraica e Israele.

Nel momento in cui l’Inghilterra entrò nella guerra criminale contro l’Iraq, i principali finanziatori di Blair erano Lord “cashpoint”[2] Levy e i LFI (Labour Friends of Israel). I primi sostenitori, all’interno della stampa inglese, dell’immorale guerra interventista furono gli scrittori del Jewish Chronicle David Aaronovitch e Nick Cohen. L’attorney general che diede luce verde per la guerra fu Lord Goldsmith.

Nel 2008, il Guardian[3] rivelò che il “Foreign and Commonwealth Office” (FCO) aveva combattuto con successo per tenere segreta ogni menzione a Israele contenuta nella prima stesura del controverso, ora screditato, dossier sulle armi dell’Iraq. Israele era massicciamente coinvolto nella vasta produzione di WMD[4]. Se l’Inghilterra e l’America avessero avuto preoccupazioni sincere sulle WMD, bombardare Tel Aviv sarebbe stata la cosa da fare.

Nel 2003, alcuni esperti di intelligence sostenevano che il dossier sulle WMD dell’Iraq era stato inizialmente prodotto a Tel Aviv e solo [poi] “abbellito” in Inghilterra.

Dalla guerra contro l’Iraq in poi, è sempre la lobby ebraica che ha montato un’enorme pressione sui governi occidentali, promuovendo ulteriori guerre sioniste in Siria, Libia e Iran. E allora, perché l’Inchiesta Chilcot non ha affrontato questo argomento?

Questo fallimento cruciale da parte di Chilcot era prevedibile. Nel 2010, il prestigioso veterano della diplomazia inglese Oliver Miles ebbe qualcosa da dire sulla manipolazione ebraica dell’Inchiesta Chilcot. Due dei cinque membri della commissione erano ebrei, favorevoli alla guerra e sostenitori di Blair.

Ecco cosa scrisse Miles sull’Independent[5]:

Molta meno attenzione è stata fatta sulla curiosa nomina di due storici (due su cinque sembrano molti), entrambi accesi sostenitori di Tony Blair e/o della guerra contro l’Iraq. Nel dicembre 2004 Sir Martin Gilbert mentre faceva notare che la “guerra al terrorismo” non era una terza guerra mondiale, scrisse che Bush e Blair “potrebbero davvero, con il passare del tempo e l’apertura degli archivi, raggiungere il rango di Roosevelt e Churchill” – un’eccentrica opinione che sembrerebbe escluderlo da membro della commissione. Sir Lawrence Freedman è il famoso architetto della “dottrina Blair” dell’intervento umanitario, che è stato invocato in Kosovo e in Afghanistan, come pure in Iraq.  

Sia Gilbert che Freedman sono ebrei, e almeno Gilbert ha dei precedenti di sostegno attivo al sionismo. Tali fatti di solito non vengono menzionati sui media mainstream inglesi e americani, ma il Jewish Chronicle e i media ebraici non hanno tali inibizioni, e i media arabi sia di Londra che fuori di solito non sono molto da meno.

Il punto di Miles era valido e si è dimostrato giusto. L’Inchiesta Chilcot non solo era destinata a fallire. È stata concepita per sovvertire qualunque giudizio su Israele e sulla sua fanatica lobby pro guerra. 

Il Rapporto Chilcot ha dato all’opinione pubblica inglese quello che voleva. Ha biasimato Blair per aver fallito nelle sue responsabilità verso di essa. Ma l’attenzione del rapporto sui fallimenti di Blair, della diplomazia, dell’esercito e dell’intelligence ha nascosto la lobby che tirava le fila.  
 


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.gilad.co.uk/writings/2016/7/7/chilcot-israel-and-the-lobby
[2] Sportello Bancomat.
[4] Weapons of Mass Destruction: armi di distruzione di massa.